Napoleone Bonaparte: oggi, i 200 anni dalla morte e il processo on line

Napoleone Bonaparte: oggi, i 200 anni dalla morte e il processo on line

5 maggio 1821: moriva Napoleone Bonaparte, temibile condottiero, amato e detestato da popoli interi. Oggi ricorrono i 200 anni dalla morte del còrso di origini italiane che fece tremare l’Europa, guidato da quell’ambizione tesa al massimo che lo rese, per molti, un tiranno. Ripercorriamo la vita di un genio maledetto, di un imputato che oggi attende di essere nuovamente giudicato da un tribunale moderno di Como.

Oscar Wilde affermava: “Tutte le volte che gli altri sono d’accordo con me, ho sempre la sensazione di avere torto”. Chissà se il romanziere e drammaturgo irlandese pensò alla natura di Napoleone Bonaparte, quando scrisse quest’aforisma… Di certo, la figura del condottiero corso divide ancora oggi, dopo 200 anni dalla sua morte.

Amato e odiato. Ammirato e temuto. Un cane sciolto che seguendo il proprio spirito indomito e una forza creativa e distruttiva, allo stesso tempo, ha di fatto, lasciato un segno nella Storia. Ma chi era il Bonaparte meno conosciuto? Abbiamo rintracciato per voi, alcune curiosità sui gusti e l’originalità del generale esiliato.

Napoleone Bonaparte: “Sono più italiano o toscano, che còrso” e quella “R”, così poco francese…

Chi ha vissuto o vive tuttora da expat, sa bene cosa significhi essere un italiano in Francia. La lingua di Molière è molto affascinante, tuttavia presenta delle difficoltà soprattutto a livello di pronuncia. E la nostra italianità, valore aggiunto per temperamento e cuore, è però un problema quando iniziamo a esprimerci in un altro idioma. La famosa “R” francese è quello scoglio che appare insormontabile anche dopo anni vissuti a Parigi, per esempio. Napoleone Bonaparte ha conosciuto le stesse difficoltà: la sua “R” non era sufficientemente arrotondata e rivelava facilmente le sue origini. Il futuro imperatore era, per sua stessa ammissione, più italiano o toscano, che còrso.

Il sarcofago ligneo di Napoleone Bonaparte, circondato da statue in marmo, all'Hotel des Invalides a Parigi.
Il sarcofago di Napoleone Aux Invalides a Parigi – Fonte: Pixabay

I suoi genitori erano entrambi nati ad Ajaccio, ma vantavano origini italiane. Il padre, Carlo Maria Buonaparte (il cognome sarà cambiato da Napoleone alla morte del genitore) proveniva da una famiglia nobile toscana. Veniva, infatti, definito nobile patrizio di Toscana. Inoltre, la madre di Bonaparte, Maria Letizia Ramolino, non imparò mai il francese… Ma si sa, il condottiero italo-còrso fu sempre noto per le sue contraddizioni. Nonostante ricordasse spesso i suoi legami con l’Italia, e in un primo tempo, avesse lottato per l’indipendenza dalla Francia, criticava aspramente il carattere italiano. Affermava, infatti, che occorresse far sapere agli italiani chi comandava, perché era risaputo che obbedissero solo alla voce del padrone… Terribilmente attuale, non è vero?

Bonaparte e il profumo di donna, rigorosamente al naturale

Aleggiano molte leggende attorno alla fisicità di Napoleone Bonaparte e soprattutto alla sua sessualità. Una fra tutte, pare documentata da una lettera autografa del condottiero, la dice lunga sui suoi gusti in fatto di donna, più che di donne. Per nulla imbarazzato da certi odori intimi e anzi, assolutamente sedotto dalla donna al naturale, sembra che Bonaparte avesse invitato la moglie Giuseppina esplicitamente a non lavarsi. Il loro incontro d’amore, dopo giorni e giorni di lontananza a causa di una campagna militare, sarebbe stato perfetto e non intaccato da profumi accessori…

Naturalmente, se pensiamo già ai livelli d’igiene dell’epoca, la cosa ci fa un po’ rabbrividire. Tuttavia, una concezione della cura del corpo, per così dire, sui generis era comune anche a sovrani francesi e inglesi del ‘700. De gustibus! Ritornando a noi e a Napoleone Bonaparte, esistono altri eventi poco chiari rispetto alla sua morte. Andiamo a vedere quali.

Napoleone: morto per aver bevuto un’orzata?

Il 5 maggio 1821 Napoleone Bonaparte muore in seguito alle atroci sofferenze di un cancro allo stomaco. O forse no? Diversi studi intrapresi da équipes internazionali, hanno dimostrato che possono esserci teorie alternative sul decesso dell’imperatore e sul decorso della sua malattia. A 200 anni dalla morte, l’indiziato numero 1 è l’arsenico: tracce del veleno, trentasei volte maggiori rispetto al normale, sarebbero state trovate nei capelli di Napoleone. Si è pensato, quindi, a un avvelenamento graduale e ponderato a opera degli inglesi che controllavano anche l’isola di Sant’Elena. Sarà stato proprio così? Bonaparte era già scappato una volta dall’esilio sull’isola d’Elba ed era ritornato più forte di prima. Occorreva fermarlo una volta per tutte?

Veduta della corte interna dell'Hotel des Invalides a Parigi, con la cupola dorata in lontananza e un cannone in primo piano.
L’Hotel des Invalides a Parigi dove riposa Napoleone Bonaparte – Fonte: Pixabay

Altri esami scientifici hanno però trovato tracce di arsenico nei capelli di Bonaparte, prelevati in altri momenti della sua vita. A questo punto, il condottiero sarebbe dovuto morire già anni prima. Ecco perché gli studiosi hanno fatto presente che all’epoca del generale esiliato, esistevano molti prodotti e pratiche che impiegavano quotidianamente l’arsenico. Le botti di vino, per esempio, venivano pulite con questo veleno e anche le carte da parati, lo prevedevano per il suo pigmento verde. Senza contare che c’erano in commercio lozioni per capelli all’arsenico. Le tracce di questo elemento, però, sono state trovate anche nel bulbo pilifero di Bonaparte, segno che si trovasse all’interno del suo sangue. Una teoria bizzarra ma affascinante, riporta ai gusti del condottiero che era ghiotto di orzata! La bevanda, infatti, era realizzata con mandorle amare, ricche proprio di arsenico…

Un processo in occasione dei 200 anni dalla morte di Napoleone Bonaparte

È apparsa ieri sul quotidiano nazionale Il Giorno, una notizia sensazionale. In occasione del bicentenario dalla morte di Napoleone Bonaparte, l’Università dell’Insubria di Como, allestirà un vero e proprio processo on line, con tanto di corte, accusa e difesa. L’imputato è proprio lui, Napoleone, di cui si è scritto e studiato per secoli e che stimola ancora oggi, un dibattito sulle sue gesta. Capeggiato dal professor Giorgio Zamperetti, docente di Law and Humanities dell’Università dell’Insubria, l’evento sarà disponibile on line.

Tweet dell’Università dell’Insubria di Como – Fonte @Uni_Insubria Twitter

Il pubblico potrà votare da remoto attraverso un form e assistere in tempo reale, alle arringhe dell’accusa rappresentata da Alberto Tedoldi, professore dell’Università di Verona. La difesa, invece, avrà la voce di Paolo Luca Bernardini, professore ordinario di Storia moderna. L’evento, rigorosamente gratuito, è previsto per oggi a partire dalle 17h49 (ora esatta in cui Bonaparte spirò) alle 19h30, seguendo il link interattivo dell’Università.

Napoleone, celebrato dal liberale cattolico Manzoni e rinnegato nell’Eroica da Beethoven. Sagace riformatore di un mondo moderno, oppure tiranno guerrafondaio?

Parafrasando proprio Alessandro Manzoni:

“Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza”.

Il cinque maggio – Alessandro Manzoni

In copertina: Bonaparte valica il Gran San Bernardo di Jacques-Louis David. Fonte: Pixabay.

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