Carla Fracci: addio alla più grande étoile italiana di tutti i tempi

Carla Fracci: addio alla più grande étoile italiana di tutti i tempi

Carla Fracci ci ha lasciati oggi. La più grande étoile italiana di tutti i tempi, è morta all’età di 84 anni. Il mondo della danza e non solo, si unisce nel ricordo della Donna emblema della grazia. Perfino il New York Times, definì Carla Fracci nel 1981, prima ballerina assoluta. Il nostro umile omaggio a una luce dell’arte che non si affievolirà mai.

Una notizia, battuta dall’ANSA stamattina, che non avremmo mai voluto leggere:

“É in gravi condizioni Carla Fracci, la regina della danza italiana. Nata nel 1936 a Milano, qui ha costruito la parte centrale della sua carriera studiando nella scuola di ballo della Scala, di cui poi è divenuta étoile”.

Purtroppo, la Giselle più nota di sempre, lottava già da tempo contro un tumore. Oggi, 27 maggio 2021, Carla Fracci perde la sua battaglia contro il cancro, ma vincerà per sempre, nell’eternità. Ripercorriamo le tappe di una vita sensazionale, il percorso di una giovane ragazza di umili origini, che ha danzato sui palcoscenici di tutto il mondo.

Carla Fracci: una piccola milanese, figlia di operai, che diventa regina della Danza

Nata, come abbiamo detto, a Milano nel 1936, Carla Fracci è figlia di due genitori di umili origini: il padre era alpino e la madre lavorava come operaia. A soli dieci anni, inizia a studiare con Vera Volkova, ballerina e insegnante sovietica della Scuola di Ballo del Teatro Alla Scala di Milano. Nonostante le regole ferree e la rigidità propria della disciplina, la giovane Carla si distingue da subito per talento e grazia innata.

Nel 1954 arriverà il diploma all’accademia di danza milanese e soltanto tre anni dopo il suo debutto, avvenuto nel 1955, diventerà prima ballerina del Teatro. Ma l’astro nascente della Fracci non può rimanere entro i confini nazionali ed è così, che si aprono a lei i grandi palchi internazionali come Londra e Stoccolma, fino all’American Ballet.

La Giselle più romantica del mondo

Carla Fracci ha vestito i ruoli più importanti del melodramma e della danza classica, ma uno fra questi, rimarrà per sempre il suo cavallo di battaglia: Giselle. È questo il simbolo del balletto classico e romantico, nato dall’idea di un romanziere francese Théophile Gautier e musicato da Adolphe-Charles Adam. La prima del noto spettacolo avverrà a l’Opéra Le Peletier di Parigi il 28 giugno 1841. Un sinistro anniversario quest’anno, se pensiamo che Giselle compie 180 anni e la nostra étoile, protagonista di questo balletto, ci lascia oggi per sempre.

Giselle (1969) con Carla Fracci come protagonista – Video © xxxFreyjaxxx YouTube

Nonostante questo, rimane il grande orgoglio italiano e umano, di aver potuto ammirare la grazia di questa immensa danzatrice, in televisione oppure in teatro, per i più fortunati. Carla Fracci non morirà mai, per davvero. Ha soltanto compiuto un viaggio terreno, di cui ci ha reso generosamente partecipi, per andare altrove. Per brillare nel firmamento della danza, da dove grandi artisti con cui lei ha lavorato, come il compianto Rudolf Nureyev, ci osservano già da un po’.

Il Teatro La Fenice omaggia la grande Carla Fracci su Twitter

Anche il Teatro La Fenice ha voluto rendere omaggio alla figura di una donna straordinaria nella sua grazia terrena e semplicità umana: Carla Fracci. Le parole che aprono il tweet sono proprio quelle dell’étoile, la sua visione della danza, sorella di sangue e anima della poesia.

Teatro La Fenice – Account Twitter Ufficiale

Noi di In Punta di Mag, vogliamo dedicare all’immensa signora della Danza, una tra le più belle poesie di Walt Whitman, tratta dalla raccolta, Foglie d’Erba:

Sussurri di morte celeste

Sussurri di morte celeste odo sommessi,

labiali dicerie della notte, sibilanti corali,

passi che gentilmente salgono, mistiche brezze dall’alito mite e soave,

gorgoglii di fiumi invisibili, flussi d’una corrente che scorre, eternamente

scorre

(o è sciacquettio di lacrime? Le smisurate acque delle lacrime umane?).

Vedo, vedo appena verso il cielo, grandi masse di nuvole,

malinconicamente lente ruotano, silenziose si espandono, si fondono

con qualche stella ogni tanto che mesta appare e scompare,

velata, lontanissima.

(O forse un parto, qualche solenne nascita immortale;

ai confini impenetrabili alla vista,

un’anima che passa).

Foto di Copertina: Carla Fracci © Misia 22442 – Wikimedia Commons, concessa con licenza : https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0

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