Wembley: il concerto più famoso di sempre compie 36 anni

Wembley: il concerto più famoso di sempre compie 36 anni

Anni ’80 e rock puro: un connubio vincente e così nostalgico. Wembley, il concerto più famoso di sempre, compie 36 anni! E chi come me, ne ha 34, maledice di non essere nata prima e di non aver potuto piangere di gioia di fronte ai Queen, agli U2, ai Simple Minds, a George Michael. Un evento storico che fece dello stadio inglese, oggi in auge per la vittoria della nostra Italia agli Europei, il tempio della musica.

Dopo Woodstock del 1969, il concerto di Wembley fu di sicuro l’evento musicale più iconico della storia. Il Live Aid, come ben sappiamo, richiamò orde di artisti unici che fecero tremare il suolo inglese della migliore musica mai suonata all’epoca. Un tripudio di rock e ballate indimenticabili sullo sfondo della raccolta fondi per l’Africa.

In Inghilterra e in America il giorno 13 luglio 1985 fu l’emblema dell’arte al servizio della comunità. Eppure a Londra, ci furono anche dei clamorosi assenti fra gli artisti. Vediamo insieme anche chi scelse di non salire sul palco.

Wembley: come nacque il progetto umanitario del Live Aid

72.000 spettatori allo stadio di Wembley a Londra e più di 90.000 al JFK Stadium di Philadelphia in America. Per non parlare dei 2 miliardi di telespettatori in 150 paesi. Questi, alcuni dei numeri impressionanti di quello che fu considerato l’evento musicale più colossale della storia. Merito dei suoi creatori, Bob Geldof dei Boomtown Rats e di Midge Ure degli Ultravox.

I 150 milioni di sterline totali raccolti  attraverso le donazioni del pubblico, però, non furono solo il frutto di un’organizzazione macroscopica, se si pensa per esempio alle 300 linee telefoniche approvate dalla BBC. Il merito andò alla Musica e permettetemi di scriverlo con la maiuscola. La Musica di Wembley e di Philadelphia, sfondò il muro del silenzio e dell’indifferenza per la drammatica situazione africana.

Il Live Aid fece qualcosa di concreto e di mai visto prima, al fine di combattere la carestia in Etiopia. E così fu, grazie a delle impennate di ascolti come quella provocata da Sua Maestà, la Regina.

I Queen e l’epica esibizione di Her Majesty Freddie Mercury

♪♫ Goodbye everybody, I’ve got to go
      Gotta leave you all behind and face the truth
      Mama oooh (any way the wind blows)
      I don’t want to die, I sometimes wish I’d never been born at all
♪♫

Il grido di dolore e d’amore per la vita allo stesso tempo, di Freddie Mercury. Pochi brani nella storia della musica rock, riescono a sconvolgere il cuore e l’epidermide come Bohemian Rhapsody dei Queen. Her Majesty Freddie fa il suo ingresso sul palco di Wembley, si siede al pianoforte e le sue dita cominciano a scorrere su quelle note sofferte e amate, come tutte le cose senza speranza e per questo, ancor più belle di vita fino a morirne.

Bohemian Rhapsody, Radio Ga Ga, Hammer to Fall, Crazy Little Thing Called Love, We Will Rock You e We Are the Champions. Pietre miliari della discografia dei Queen a Wembley, ma non solo. Canzoni che come l’essere umano di rara grandezza, vengono temute e scacciate all’inizio, ma che poi, non possono far altro che sferrare un destro alla tua anima e lasciare il segno di quel pugno per sempre.

I Queen a Wembley nel 1985 – Fonte: YouTube Test YouTube channel.

L’esibizione dei Queen e di Freddie Mercury a Wembley fu definita memorabile. Persino Elton John riconobbe che Freddie infiammò lo stadio come nessun altro lì presente. Una dichiarazione di eternità fatta a un microfono, una notte indimenticabile che ancora dopo 36 anni, cantiamo in coro.

Gli U2 a Wembley: Bono fa esplodere il tetto invisibile dello stadio, fino alle stelle

E poi, non poteva mancare l’Irlanda e la potenza esplosiva del gruppo rock Irish più amato di sempre: gli U2. Da Sunday Bloody Sunday a Pride In the name of Love, Bono infiamma Wembley con la sua voce indimenticabile. Le sonorità della band che compì il miracolo con lo storico The Joshua Tree, rapiranno il pubblico di Londra tra ovazioni e pianti dei fan. Un’esibizione senza precedenti, che fece compiere alla band, il gran salto in America.

Fu proprio dopo il concerto di Wembley nel 1985 che gli U2 furono riconosciuti come star assolute del rock anche negli USA. Il Live Aid fu un mega progetto umanitario in musica, ma fu proprio quest’ultima a essere la colonna portante dei due concerti in contemporanea di quel 13 luglio. Musica che si fa anche corpo, come lo fu per Bono Vox che lasciò il palco per dirigersi verso una ragazza della folla.

Gli U2 al Live Aid del 1985 – Fonte: Live Aid YouTube Official.

Ben due ragazze, due sorelle, furono bloccate dalla sicurezza. Ma Bono decise di scendere dal palco e di fiondarsi a due passi dal pubblico. Kal Khalique fu la fortunata. Storico il loro lento, sotto lo sguardo stupito e commosso allo stesso tempo, degli altri fan. Il leader degli U2 l’abbraccia teneramente e le bacia la mano: fu il simbolo del legame viscerale tra i fan e la band irlandese  e avvenne a Wembley.

I grandi assenti al Live Aid di Londra: “Quella sera ho combinato un casino”…

Il concerto di Wembley fu un successo musicale mondiale come pochi. Eppure, non tutte le star decisero di salire sul palco del Live Aid: qualche memorabile, mancò all’appello. Ne ha parlato Boy George, storico leader dei Culture Club, che quest’anno ha compiuto 60 anni. Il noto Dj e cantautore britannico di origini irlandesi, ha spiegato in un’intervista, perché mancò dal palco quel 13 luglio 1985.

“Quella sera ho combinato un casino. Non ero per niente nelle condizioni giuste per esibirmi e, alla fine, penso sia stata una fortuna non averlo fatto: avrei combinato un disastro.”

Boy George – podcastGrounded with Louis Theroux

Inutile dire che avremmo desiderato così tanto ascoltare un live della meravigliosa Victims, brano del 1983, anche sul palco di Wembley. Ma così non fu: Boy George non ha nascosto i suoi problemi con la droga ai tempi del successo con i Culture Club e ha ammesso nell’intervista rilasciato a Louis Theroux, come le sue condizioni fisiche quella sera, gli avessero precluso l’esibizione al Live Aid.

Esibizione conclusiva al Live Aid del 1985 – Fonte: Chief mouse YouTube channel

Anche un altro momento live tra due storici cantanti non rientrò più in scaletta: stiamo parlando dell’esibizione in simultanea che Mick Jagger avrebbe voluto realizzare in duetto con David Bowie. L’uno al Philadelphia Stadium, l’altro a Wembley. Per problemi logistici il duetto non fu possibile, ma i due colossi del rock “rimediarono” con il successo di Dancing in the street, singolo pubblicato nell’agosto del 1985.

E tu c’eri a Wembley?

E tu caro lettore, c’eri a Wembley? Che fossi presente al Live Aid del 1985 o che tu l’abbia guardato in televisione, parlami del tuo ricordo. Quale band o cantante ti ha fatto più emozionare quella sera del 13 luglio? Conosci qualche altra curiosità di questo incredibile evento musicale? Scrivimi nei commenti.

Foto di copertina: Freddie Mercury al Live Aid 1985. Fonte: screenshot da YouTube.

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